Karl Pavlovich Bryullov / Карл Па́влович Брюлло́в (1799-1852), Russian painter who combined technical proficiency and Classical Academic training with a Romantic spontaneity to produce some of the liveliest examples of Russian art of the period.
Bryullov was descended from French Huguenots, and his father was a sculptor. (The family name was Russified in 1821.) Bryullov was educated at the St. Petersburg Academy of Fine Arts (1809-21).
He studied in Italy from 1823, painting his best-known work, the monumental “Last Day of Pompeii” (1830-33), while there; it brought him an international reputation. Though he painted other large canvases with historical subjects, none was as successful as “Pompeii”.
Much of his continuing reputation rests on his more intimate portraits and his watercolours and travel sketches. | Source: © Encyclopædia Britannica, Inc.
Karl Bryullov was born on 12 (23) December 1799 in St. Petersburg, in the family of the academician, woodcarver, and engraver Pavel Ivanovich Briullo (Brulleau, 1760-1833) who was of Huguenot descent.
He felt drawn to Italy from his early years.
Despite his education at the Imperial Academy of Arts (1809–1821), Bryullov never fully embraced the classical style taught by his mentors and promoted by his brother, Alexander Bryullov.
After distinguishing himself as a promising and imaginative student and finishing his education, he left Russia for Rome where he worked until 1835 as a portraitist and genre painter, though his fame as an artist came when he began doing historical painting.
His best-known work, The Last Day of Pompeii (1830–1833), is a vast composition compared by Pushkin and Gogol to the best works of Rubens and Van Dyck.
Karl Brjullov | The Last Day of Pompeii, 1830
It created a sensation in Italy and established Bryullov as one of the finest European painters of his day.
After completing this work, he triumphantly returned to the Russian capital, where he made many friends among the aristocracy and intellectual elite and obtained a high post in the Imperial Academy of Arts.
An anecdote concerning Bryullov appeared in Leo Tolstoy's essay "Why Do Men Stupefy Themselves?" and later in the same author's book What Is Art?.
While teaching at the academy (1836–1848) he developed a portrait style which combined a neoclassical simplicity with a romantic tendency that fused well, and his penchant for realism was satisfied with an intriguing level of psychological penetration.
While he was working on the plafond of St Isaac's Cathedral, his health suddenly deteriorated.
Following advice of his doctors, Bryullov left Russia for Madeira in 1849 and spent the last three years of his life in Italy.
He died in the village of Manziana near Rome and is buried at the Cimitero Acattolico there. | Source: © Wikipedia
Il grande pittore Russo Karl Briullov era figlio del pittore P.Brullov e fratello di Alessandro Briullov, il noto architetto che operò per diversi anni nel Sud Italia e che fu a sua volta ottimo ritrattista.
Karl Briullov, artisticamente molto dotato, frequento' con molta passione l'Accademia delle belle arti a San Pietroburgo.
Nel 1823, assieme al fratello, decise di soggiornare all'estero per approfondire le proprie esperienze pittoriche. Dapprima, in Germania, si fece notare per aver dipinto i ritratti di due ministri bavaresi e di alcuni membri delle loro famiglie.
Nel corso dello stesso anno (1823) Briullov scelse l'Italia come prossima tappa, soggiornando a Roma. Qui fisso' su tela molte opere riguardanti temi e scorci di vita italiana. Di particolare successo risultarono i seguenti quadri: "Mattina italiana", 1823, "Pomeriggio italiano" e "Italiana e il raccolto dell'uva", 1827.
Nello stesso periodo esegui', con abile maestria, la fedele copia di un affresco di Raffaello che quest'ultimo aveva dipinto per il Vaticano, dal titolo "La scuola antica".
Ma il grande capolavoro di Karl Briullov, che lo rese celebre in tutto il mondo e che gli assicuro' una grande fama, fu senz'altro "L'ultimo giorno di Pompei", eseguito in parte anche a Roma. Il quadro venne iniziato nel 1830 e portato a termine nel 1833.
Rientrato in Russia, venne accolto come un autentico eroe grazie alla sua ineccepibile opera su Pompei, considerata un vero pilastro della pittura russa. Karl Brjullov dipinse questo quadro non prima di avere effettuato approfondimenti storici sulla tragedia che aveva colpito Pompei nel 79 dopo Cristo, documentandosi nel modo più' completo possibile.
Nel 1835, Briullov decise di intraprendere un viaggio in Grecia assieme ad altri artisti, incaricati di fornire una descrizione pittorica dei paesaggi locali. Egli esegui' una serie di disegni che vennero pubblicati a San Pietroburgo negli anni 1839-1840. Si reco' pure in Turchia e anche qui si affermo' come paesaggista.
Briullov, che a Mosca ebbe il piacere di incontrarsi con il grande poeta russo A. Pushkin, decise nel 1836 di continuare i suoi lavori nella città' di San Pietroburgo. Qui si ambiento' presto e divenne professore dell'Accademia delle belle arti nonché' titolare di cattedra.
In tale periodo dipinse molti ritratti di famosi personaggi russi dell'epoca come V. Zukovskij, I. Krylov, P. Viardo.
Negli anni 1843-1847 Briullov si impegnò alacremente per eseguire gli abbozzi per la cattedrale di San Isakij a San Pietroburgo. Purtroppo, i sintomi della sua malattia si facevano sempre più evidenti e cosi' tali abbozzi non poterono essere portati a termine.
Nel 1848 Brjullov esegui' il suo ultimo autoritratto. La propria immagine venne dipinta con minuziosa vena artistica, riproducendo quasi impietosamente ogni ruga del suo viso incavato. E infatti, il suo pennello ci mostra un insolito Brjullov, assai invecchiato, stanco e ancor più' malato.
Malgrado il suo stato di salute assai precario, lo ritroviamo in Italia nel 1850 e, nel 1851, si cimento' nell'impegnativo ritratto del noto studioso orientalista Michelangelo Lanci.
Nel giugno del 1852, ormai sfinito dalla lunga malattia, mori' nei pressi di Roma e precisamente a Manziana.
Brjullov, considerato un eccelso pittore ancora prima della sua morte, venne addirittura chiamato dai suoi contemporanei Karl il Grande. | Marina Nikolaeva, Carlo Radollovich