Fernando Botero Angulo (1932-2023) was a Colombian figurative artist and sculptor, born in Medellín.
His signature style, also known as "Boterismo", depicts people and figures in large, exaggerated volume, which can represent political criticism or humor, depending on the piece.
He is considered the most recognized and quoted living artist from Latin America, and his art can be found in highly visible places around the world, such as Park Avenue in New York City and the Champs-Élysées in Paris.
Self-titled "the most Colombian of Colombian artists" early on, Botero came to national prominence when he won the first prize at the Salón de Artistas Colombianos in 1958.
He began creating sculptures after moving to Paris in 1973, achieving international recognition with exhibitions around the world by the 1990s.
His art is collected by many major international museums, corporations, and private collectors.
In 2012, he received the International Sculpture Center's Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award.
Style
While his work includes still-lifes and landscapes, Botero has concentrated on situational portraiture. His paintings and sculptures are united by their proportionally exaggerated, or "fat" figures, as he once referred to them.
Botero explains his use of these "large people", as they are often called by critics, in the following way:
"An artist is attracted to certain kinds of form without knowing why. You adopt a position intuitively; only later do you attempt to rationalize or even justify it".
Though he spends only one month a year in Colombia, he considers himself the "most Colombian artist living", due to his isolation from the international trends of the art world.
In 2004, Botero exhibited a series of 27 drawings and 23 paintings dealing with the violence in Colombia from 1999 through 2004. He donated the works to the National Museum of Colombia, where they were first exhibited.
In 2005, Botero gained considerable attention for his Abu Ghraib series, which was exhibited first in Europe. He based the works on reports of United States forces' abuses of prisoners at Abu Ghraib prison during the Iraq War. Beginning with an idea he had on a plane journey, Botero produced more than 85 paintings and 100 drawings in exploring this concept and "painting out the poison".
The series was exhibited at two United States locations in 2007, including Washington, DC. Botero said he would not sell any of the works, but would donate them to museums.
In 2006, after having focused exclusively on the Abu Ghraib series for over 14 months, Botero returned to the themes of his early life such as the family and maternity.
In his Une Famille Botero represented the Colombian family, a subject often painted in the seventies and eighties.
In his Maternity, Botero repeated a composition he already painted in 2003, being able to evoke a sensuous velvety texture that lends it a special appeal and testifies for a personal involvement of the artist.
The child in the 2006 drawing has a wound in his right chest, as though the artist wished to identify him with Jesus Christ, thus giving it a religious meaning that was absent in the 2003 artwork.
In 2008, he exhibited the works of his The Circus collection, featuring 20 works in oil and watercolor.
In a 2010 interview, Botero said that he was ready for other subjects: "After all this, I always return to the simplest things: still lifes".
Career
Botero's work was first exhibited in 1948, in a group show along with other artists from the region.
From 1949-1950, Botero worked as a set designer, before moving to Bogotá in 1951. His first one-man show was held at the Galería Leo Matiz in Bogotá, a few months after his arrival.
In 1952, Botero travelled with a group of artists to Barcelona, where he stayed briefly before moving on to Madrid.
In Madrid, Botero studied at the Academia de San Fernando.
In 1952, he traveled to Bogotá, where he had a solo exhibition at the Leo Matiz gallery.
In 1953, Botero moved to Paris, where he spent most of his time in the Louvre, studying the works there.
He lived in Florence, Italy from 1953-1954, studying the works of Renaissance masters.
In recent decades, he has lived most of the time in Paris, but spends one month a year in his native city of Medellín. He has had more than 50 exhibitions in major cities worldwide, and his work commands selling prices in the millions of dollars.
In 1958, he won the ninth edition of the Salón de Artistas Colombianos. | Source: © Wikipedia
Death
Botero died from complications of pneumonia on 15 September 2023, at the age of 91.
Fernando Botero Angulo (1932-2023) è stato un pittore, scultore e disegnatore Colombiano.
Nasce da David Botero (1895-1936), uomo d'affari, e dalla sarta Flora Angulo (1895-1972), secondo di tre figli.
Il fratello minore, Rodrigo, venne alla luce poco tempo dopo la morte del padre. Da bambino subisce il fascino dell'architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia di Gustave Doré.
Successivamente dichiarerà di "non aver mai dipinto nulla di diverso dal mondo come lo conosceva a Medellín".
A 16 anni già disegna le illustrazioni per i supplementi di "El Colombiano", il giornale più importante della sua città natale. Giovanissimo, nel 1948 espone per la prima volta a Medellín.
Nel 1952 vince, con Sulla costa, il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotà: investe il denaro del premio per un viaggio di studio in Europa.
In Spagna visita il Museo del Prado di Madrid, dove conosce fra gli altri anche le opere di Francisco Goya e Tiziano.
A Parigi medita sull'arte d'avanguardia francese e decide di interessarsi degli antichi pittori.
Giunge infine in Italia, dove entra in contatto con le maggiori opere del Rinascimento italiano, soprattutto di Giotto e di Andrea Mantegna che lo ispirano particolarmente tanto da riprodurre diverse copie dei loro capolavori, pur non disdegnando gli altri autori della scuola senese, e della Toscana, in generale.
Nel 1955 Fernando Botero ritorna in patria dove si sposa con Gloria Zea, poi ministro della cultura della Colombia, ed inizia ad esporre le sue opere, ma riceve forti critiche poiché all'epoca l'ambiente colombiano è fortemente influenzato dall'avanguardia francese, che Botero aveva invece respinto.
Incompreso dall'ambiente colombiano, Botero si trasferisce in Messico, dove scopre per la prima volta le possibilità di espandere e dilatare il volume delle forme in modo personale.
Una caratteristica che fortemente influenzerà la sua opera.
Ma è nel 1957 che scopre l'espressionismo astratto, nel corso di una mostra personale a Washington, grazie alla visita dei musei di New York.
Sempre nel 1957 fa ritorno a Bogotá, dove vince il secondo premio al X Salone degli artisti colombiani.
Nel 1958 ottiene la cattedra di pittura all'Accademia d'arte di Bogotá.
Vince finalmente il primo premio al XI Salone con l'opera La camera degli sposi.
Nello stesso anno, espone nuovamente a Washington, alla Gres Gallery. Le sue opere vengono vendute tutte il giorno stesso dell'inaugurazione.
Dal 1959 inizia lo studio di Diego Velázquez: Botero realizza infatti molte versioni del Niño de Vallecas, dove il suo stile molto incisivo risente dell'influenza dell'espressionismo astratto.
La sua nomina alla Biennale colombiana viene contestata, per cui Botero è costretto ad abbandonare il suo Paese, in precarie condizioni economiche.
La Gres Gallery di Washington, che fino ad allora l'aveva sostenuto, chiude e l'artista, in forti difficoltà finanziarie, divorzia dalla moglie.
Nel 1961 sembra cambiare qualcosa: il Museum of Modern Art di New York decide di acquistare il suo Monna Lisa all'età di dodici anni, ma la sua prima mostra newyorkese si dimostra un fallimento.
Nel 1963 si trasferisce nell'East Side dove affitta un nuovo studio.
È qui che emerge il suo stile plastico in molte opere di questo periodo, dai colori tenui e delicati.
Si appassiona a Pieter Paul Rubens e diviene come lui un importante collezionista di opere d'arte, che più tardi donerà al museo di Bogotá che porta il suo nome.
Nel 1964, dopo quattro anni dal divorzio, si sposa con Cecilia Zambrano.
Nel 1966 viene organizzata la sua prima mostra personale in Europa, e precisamente in Germania. Una nuova esposizione, organizzata al Milwaukee Art Center, riceve critiche entusiastiche.
Inizia ad esporre regolarmente in Europa, a New York ed anche a Bogotá.
Studia le opere di Albrecht Dürer, Édouard Manet e Pierre Bonnard.
Nel 1969 espone a Parigi, dove si stabilisce nel 1973 e continua a dedicarsi alla scultura.
A metà degli anni settanta si dedica per un certo periodo quasi esclusivamente alla scultura, e presenta i suoi lavori a Parigi nel 1977.
Nel 1983 ritorna in Italia e apre uno studio a Pietrasanta, dove soggiorna per alcuni mesi dell'anno, per essere vicino alle cave di marmo.
Nella cittadina versiliese realizza due affreschi sul tema del Paradiso e dell'Inferno nella chiesa della Misericordia.
Nel 1975 si conclude il suo secondo matrimonio dopo la morte, nel 1974, in un incidente stradale, del terzo figlio Pedro al quale dedicherà molte sue opere.
Nello stesso evento Fernando Botero perde l'ultima falange del mignolo della mano destra, e questo lo indurrà a scolpire spesso enormi mani.
Il primogenito, Fernando Botero Zea, è stato ministro della difesa della Colombia.
Nel 1978 Botero si sposa con l'artista Sophia Vari.
Tra gli avvenimenti di maggior rilievo si ricordano la mostra delle sue enormi sculture negli Champs-Elysées nel 1992, ed altre negli spazi pubblici di alcune città europee nel 1994.
Il comune di Siena gli affida nel 2002 la realizzazione del drappellone del Palio del 16 agosto.
Il 21 ottobre 2007 vengono rubate dal suo studio di Pietrasanta sette statue di bronzo (Adamo, Il cane, Gatto codone, Donna con mano nei capelli, Ballerina vestita, Ballerina in movimento e Passero) per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.
Nel maggio 2008 tre delle statue sono ritrovate ed i responsabili arrestati
Nel 2012 dona al museo colombiano di Antioquia le ventisette tele dedicate al tema della Via Crucis, esposte a New York, Medellín, Lisbona, Panama e Palermo.
Nel 2020 dona un dipinto al Comune di Pietrasanta per beneficenza verso le persone in difficoltà per l'epidemia Covid-19.
Morte
Botero morì per complicazioni di polmonite il 15 settembre 2023, all'età di 91 anni.