Bartolomeo Veneto (1502-1555) was an Italian painter who worked in Venice, the Veneto and Lombardy.
During his time in Venice, he studied under Gentile Bellini.
The little information available about Bartolomeo's life has been derived from his signatures, dates, and inscriptions.
His best known works are portraits or pictures with portrait-like character.
Bartolomeo's later works, and especially those done on commission in Milan, indicate an influence from the artist Leonardo da Vinci.
Work and style
Bartolomeo’s early works consist of small devotional pictures.
Bartolomeo changed his subject matter to suit his patrons as the interest in portraiture grew in Venice and the Veneto.
His portraits became quite popular and in his later life Bartolomeo obtained many commissions in Northern Italy.
Attribution
While forty paintings are generally accepted to be by Bartolomeo, only nine bear inscriptions with the artist's name.
A fourth of the generally accepted works are devotional paintings, which were painted during his early career.
All of his paintings were done on wood.
He appears to have received no public commissions and the majority of his work consists of portraiture.
Inscriptions
Bartolomeo’s earliest dated work Virgin and Child, from 1502 bears an interesting signature important to our understanding of the painter’s developing style, "Bartolamio mezo venizian e mezo cremonexe" - “Bartolomeo half-Venetian and half-Cremonese”.
The inscription sheds light on the painter’s citizenship, as well as a reference to his diverse stylistic influence.
The Venetian half reflects his knowledge of Bellini.
The Cremonese suggests some knowledge of the Cremonese school founded by Giulio Campi.
Another inscription is found on a similar Virgin and Child.
The inscription is difficult to read and the date is unknown. What is left is "7 April 15... bartolamio s...o de z...be..." It is assumed that Bartolomeo inscribed the painting to indicate that he was a pupil of Gentile (Zentile) Bellini.
At court
Bartolomeo is very likely to have been "Bartolomeo da Venetia" who the Este court recorded as a craftsman in its service from 1505-1507.
There, Bartolomeo gilded frames and made carnival decorations along with painting a Virgin with saints.
Portraiture
Flora from c. 1515 is currently attributed to Bartolomeo.
The unknown figure is painted with hard edges and a descriptive quality.
Though the sitter is unknown, she is thought (and perhaps wrongly) to be Lucrezia Borgia. Close to a genre painting, the painting could be a response to similar paintings by Giorgione including the Laura.
Bartolomeo placed the figure in front of a black background, a theme that would follow in his later paintings such as Saint Catherine, Salome with the Head of the St. John the Baptist, and Lady playing a Lute.
Documents suggest Bartolomeo went to Padua in 1512 and Milan in 1520. Leonardo da Vinci had recently been to Milan, where he transformed the current mundane portraiture into one of intrigue and sfumato.
Leonardo's effect is evident in Bartolomeo's developing style when juxtaposing Flora and Lady playing a Lute.
Flora's hair is flat and each detailed single strand is painted, much detail is paid to the flowers and jewelry draped across her body.
Lady Playing a Lute's figure is more three-dimensional with an emphasis of chiaroscuro.
Her hair, rather than individual strands, has some sense of being whole while still being separate.
Recent interest
Bartolomeo's signed works have been recorded since the 16th century. However, it wasn't until the nineteenth century that interest arose in the collection of his works.
The mid-nineteenth century saw sales of Bartolomeo's works to prominent museums.
Alexander Barker, a collector of Italian paintings, acquired (along with paintings attributed to Titian and Giorgione) a painting by Bartolomeo.
He later sold the painting to Baron Meyer Amschel de Rothschild and eventually the painting ended up in the Timken Museum of Art in San Diego.
In the same year, The National Gallery acquired a portrait by Bartolomeo. In 1871 four of Bartolomeo's works were given to the Louvre.
At the very end of the nineteenth century, in 1899, Adolfo Venturi published the first article about the painter. | © Wikipedia
BARTOLOMEO Veneto - Pittore attivo nella prima metà del sec. XVI nel Veneto ed in Lombardia. Alcuni suoi quadri, firmati, datati e postillati ci forniscono le uniche notizie biografiche certe che si hanno di lui.
La prima data, il 1502, la troviamo in una tavola rappresentante la Madonna col bambino già nella raccolta Doná dalle Rose di Venezia, di cui ora non si conosce l'ubicazione; l'ultima nel Ritratto di Ludovico Martinengo della Galleria nazionale di Londra, ove si legge 1530 (secondo il Gould sarebbe meglio leggere 1546, per certe caratteristiche dell'abbigliamento del personaggio ritratto e certi particolari della grafia); molto verosimilmente la sua attività si estende dalla fine del Quattrocento al 1540 circa.
Nella Madonna citata B. si firma "Bortolamio mezo venizian e mezo cremonese"; in altra simile Madonna (1505) conservata alla Galleria Carrara di Bergamo "Bartholomaeus venetus faciebat"; in un'altra, già nella collezione Ercolani, datandola 7 apr. 1509, egli si dichiara scolaro di Giovanni Bellini; nella Circoncisione dì raccolta privata inglese annota "1505 Bartholomaeus de Venetia", e con questo sembra affermare il proprio compiacimento di appartenere alla grande patria veneta, alla quale solo dal 1499, dopo la cacciata di Lodovico il Moro, Cremona era stata finalmente annessa.
Tuttavia la città era stata in rapporti politici tanto stretti con Milano, che anche nell'arte il gusto lombardo vi preponderava. Per questo, anche nella cultura di B. l'arte lombarda ha molta importanza, nonostante egli vanti di essersi formato nella scuola di Giovanni Bellini.
L'analisi attenta delle sue opere può lasciare supporre che la conoscenza dell'arte veneziana gli sia giunta non direttamente, ma attraverso la mediazione degli artisti lombardi, bresciani, bergamaschi e milanesi, seguaci dei veneti; e forse dall'attività di questi egli assorbì anche taluni caratteri del Mantegna, del Bramante, di Leonardo, chiaramente riconoscibili nelle sue opere.
Più che con Milano, pare che i suoi legami fossero stretti con Bergamo, per quanto riguarda il gusto; e difatti è stata affacciata l'ipotesi che, nonostante le sue esplicite dichiarazioni, la sua patria fosse Bergamo, e che da Bergamo, insieme con i tanti lapicidi e costruttori, egli si sia trasferito a Venezia.
Ma l'ipotesi non ha documentazione che non è necessaria per spiegare l'attivita di B., eclettico, il quale, pur mantenendosi costantemente nell'orbita dell'arte veneta, di opera in opera palesa la sua ammirazione per molte altre scuole e tendenze.
Non solo gli artisti già nominati, ma anche Alvise Vivarini e Cima da Conegliano e Antonello da Messina, Luca di Leida e Iacopo dei Barbari ed Alberto Dúrer hanno visibilmente destato il suo interesse: sono tutti pittori di primo piano, dai quali B. assorbe per lo più elementi vistosi ed esteriori, non curandosi di approfondire la genesi ed il significato delle opere che via via lo attraggono.
Tutti questi artisti, o le loro opere, il pittore poteva facilmente conoscere a Venezia, che in quegli anni era, per politica ed economia, strettamente legata non solo ai principali centri italiani, ma anche alle terre germaniche: i tedeschi vi erano di casa, avevano un loro fondaco, e il Diirer visse a lungo in città.
Nelle opere giovanili di B. si nota già, tra le sue caratteristiche, la gamma coloristica insistente su colori rossicci e fumosi; i contomi sono taglienti, i panneggi metallici, i paesaggi ed i cieli descritti minuziosamente, senza tentativi di sintesi.
Nelle opere della maturità prevalgono le suggestioni tedesche; gli sfondi sono spesso neri, ed i particolari decorativi delle oreficerie e dei fiori sono resi con analisi minutissima.
Alle opere di soggetto sacro, che caratterizzano la sua prima attività, subentrano, fino a preponderare, i ritratti, le allegorie e, comunque, gli studi di figura.
Quale ritrattista egli fu certamente conteso; una superficiale osservazione dei personaggi gli permetteva di comporre dipinti aggraziati m cui era curato lo sfarzo dei ricchi abbigliamenti.
Per questo, nel folto gruppo di ritratti cinquecenteschi non documentati e attribuiti, via via, a Raffaello, al Catena, a Holbein, a Leonardo, troviamo spesso anche il suo nome, che compare tra le paternità presunte.
Certamente egli fu pittore alla moda e forse il suo gusto eclettico gli permetteva di avere molti ammiratori che lo ritenevano idoneo a tramandare l'immagine ed i costumi sfarzosi dei personaggi eleganti; seppe penetrare nelle corti più raffinate (tra il 1505-1508 lavorava in quella ferrarese: doc. in Venturi, 1894) e con la sua attività egli ci illustra, meglio di artisti più pensosi di lui, l'edonismo di cui esse erano permeate.
Oltre alle opere già ricordate, egli firmò e datò (talvolta, anzi, datò solo): nel 1506 una Circoncisione del Louvre; nel 1520 Un Ritratto della collezione Bayer di New York, le due Sonatrici di liuto conservate rispettivamente alla Brera di Milano ed al Museo Gardner di Boston, la Santa Caterina di Glasgow; per affinità stilistica si raggruppano attorno a queste opere il Ritratto di gentiluomo ex Crespi, ora Kress, e quello simile della Galleria nazionale di Roma.
Nel 1525 il pittore firmava il Ritratto di gentiluomo della collezione Venino di Milano, nel 1527 quello del Connestabile di Borbone della Galleria di Parma, nel 1530 il Ritratto femminile della collezione Rosebery.
Spesso l'artista, come allora usava, replicava le sue opere, fossero esse di carattere sacro o ritratti o allegorie, ed un numero infinito di dipinti gli è attribuito senza alcuna base. Sono tuttavia da ritenere suoi, anche se privi di documentazione, i seguenti: il Ritratto di giovane uomo con spada della Racc.
Davis nel Metropolitan Mus. di New York; la Madonna col bambino tra due angeli già Benson; un Ritratto di uomo in nero dell'Ambrosiana di Milano; un Busto di donna di mezza età della collezione Healy di Brooklyn (New York); una Salomè della Galleria di Dresda; un Ritratto femminile o Cortigiana dell'Istituto Stádel di Francoforte; una Pietà nella parrocchiale di S. Pietro d'Orzio (Bergamo); una Santa Caterina dell'Istituto Stádel ed un'altra nella collezione Borromeo di Milano; un Busto di giovane uomo della collezione Parmelee nel Cleveland Mus. of Art; una Beatrice ed un Gentiluomo nella collezione Fisher di Detroit (USA). Suoi disegni sono conservati nella raccolta Albertina di Vienna e nell'Ambrosiana di Milano. | di Elena Bassi © Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani