Peter Paul Rubens, (born June 28, 1577, Siegen, Nassau, Westphalia [Germany] - died May 30, 1640, Antwerp, Spanish Netherlands [now in Belgium]), Flemish painter who was the greatest exponent of Baroque painting's🎨, dynamism, vitality, and sensuous exuberance. Though his masterpieces include portraits and landscapes, Rubens is perhaps best known for his religious and mythological compositions.
As the impresario of vast decorative programs, he presided over the most famous painter’s studio in Europe. His powers of invention were matched by extraordinary energy and versatility.
The art of Peter Paul Rubens is a fusion of the traditions of Flemish realism with the Classicizing tendencies of the Italian Renaissance🎨. Rubens was able to infuse his own astounding vitality into a powerful and exuberant style that came to epitomize the Baroque art of the 17th century.
The ample, robust, and opulent figures in his paintings generate a pervasive sense of movement in vivid, dynamic compositions. Rubens was one of the most assimilative, versatile, and productive of all Western artists, and his almost limitless resources of invention enabled him to become the master of the greatest studio organization in Europe since that of Raphael🎨 in Rome a century before. The larger the scale of the undertaking, the more congenial it was to his spirit.
The epic quality of Rubens’s art represented only one side of his multifaceted genius. A celebrated diplomat in his time, he was also a scholar and humanist, a learned Classicist and antiquarian, a prodigious correspondent in several languages, and even an amateur architect.
His profound learning enabled him to draw upon a wellspring of biblical narratives, Roman Catholic theology and hagiography, and Greek and Roman history and mythology for the subject matter and iconography of his art.
A devout Roman Catholic, a loyal subject of the Spanish Habsburgs, a devoted husband, and the father of eight children - this prosperous, energetic, thoroughly balanced man presents the antithesis of the modern notion of struggling artist.
Rubens’s profound stylistic influence extended over three centuries - from van Dyck🎨 to the Impressionist painter Pierre-Auguste Renoir🎨 - and ranged far beyond Flanders.
In Italy his influence was decisive on the Baroque painters Pietro da Cortona and Luca Giordano. In Spain his early impression on the young Velázquez🎨 was later superseded by his pervasive impact on Bartolomé Esteban Murillo🎨, the most Rubensian of Spanish painters🎨.
At the Royal Academy in France the champions of colour over line - the Baroque over the Classical - found their model in Rubens.
The advent of the Rococo style, heralded by Antoine Watteau early in the 18th century, coincided with the triumph of these Rubenists. Among Rubens’s English beneficiaries were Thomas Gainsborough and Sir Joshua Reynolds.
The 19th-century French Romantic painter Eugène Delacroix🎨 wrote that Rubens:
“carries one beyond the limit scarcely attained by the most eminent painters; he dominates one, he overpowers one, with all his liberty and boldness".
Rubens’s recurrent impact on artists was almost as universal as the talents of the man himself.
Painter, diplomat, impresario, scholar, antiquarian, architect, humanist - Rubens embodied the Baroque fulfillment of the Renaissance man. | Charles Scribner © Encyclopædia Britannica, Inc
Rubens ‹rü′bëns›, Peter Paul - Pittore (Siegen, Vestfalia, 1577 - Anversa 1640). Nato in Germania, dopo la morte del padre (1587), si trasferì con la famiglia ad Anversa (1589), dove frequentò prima la bottega del pittore di paesaggi Tobias Verhaecht, in seguito (1692) quella di A. van Noort e quindi (1595-97) proseguì il suo apprendistato presso il pittore di tradizione romanista O. van Veen, l'unico ad avere avuto una certa importanza per la formazione del giovane artista.
Nel 1598 Rubens venne ammesso in qualità di maestro nella gilda di San Luca di Anversa.
Nel maggio del 1600 partì per un viaggio di studi in Italia; fu prima a Venezia quindi a Mantova dove Vincenzo Gonzaga gli diede l'incarico di pittore, incarico che manterrà durante tutti gli otto anni del soggiorno italiano.
Nell'ottobre era a Firenze, quindi a Genova e nel 1601 raggiungeva Roma con l'incarico di copiare quadri per il suo protettore. Durante questo primo soggiorno romano (1601-02), negli anni in cui erano già attivi i Carracci e Caravaggio, Rubens eseguì per S. Croce in Gerusalemme il Trionfo di sant'Elena, l'Incoronazione di spine (ora Grasse, cattedrale) e l'Innalzamento della croce (perduta), opere in cui, accanto a reminiscenze dell'arte fiamminga tardo manierista, si mescolano una serie di citazioni italiane (in primo luogo la pittura veneta cinquecentesca) non ancora bene padroneggiate.
Degli stessi anni sono il Compianto sul corpo di Cristo (Roma, Galleria Borghese) e il Martirio di san Sebastiano (Roma, Galleria nazionale d'arte antica; datato però anche al secondo soggiorno romano).
Nel 1603 il duca di Mantova inviò Rubens in missione diplomatica a Madrid presso Filippo III; qui ebbe modo di studiare le splendide collezioni reali (copiò tele di Tiziano) e di dimostrare le eccezionali doti di diplomatico che furono oggetto di costante ammirazione da parte dei contemporanei.
Alla fine del 1604 era a Mantova e l'anno successivo nuovamente a Roma, dove nel settembre del 1606 ricevette l'incarico di dipingere la tela dell'altare maggiore della Chiesa Nuova.
La prima versione con San Gregorio Magno e altri santi venerano l'immagine della Vergine (1606-07, Grenoble, Musée des Beaux-Arts) venne rifiutata (probabilmente per motivi iconografici) e l'anno successivo Rubens eseguì su ardesia i tre dipinti tuttora nella chiesa (Vergine in gloria adorata dagli angeli, Santi Gregorio, Mauro e Papiano e Santi Domitilla, Nereo e Achilleo): sono evidenti riferimenti a Correggio, Tiziano e Veronese, ma sono soprattutto straordinarie la dilatazione spaziale, la magniloquenza dei gesti, la ricchezza dei panneggi, tutti elementi che diverranno tipici del barocco romano.
Nel 1606 aveva momentaneamente interrotto il soggiorno romano per un viaggio a Genova dove lasciò tra l'altro alcuni splendidi ritratti (Ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria, 1606, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola; Ritratto della marchesa Brigida Spinola Doria, 1606, Washington, National Gallery of Art).
Nell'ottobre del 1608, venuto a conoscenza della malattia della madre, partì da Roma alla volta di Anversa abbandonando per sempre l'Italia.
L'anno successivo fu nominato pittore degli arciduchi Alberto d'Austria e Isabella, dei quali fu uno dei consiglieri ed ebbe da loro importanti incarichi politici, sposò Isabella Brant, si costruì una casa e aprì uno studio frequentato da un gran numero di allievi che collaborarono attivamente alle grandi imprese decorative del maestro.
L'opera pittorica di Rubens è sterminata; il suo grande talento si evolve lentamente ed egli trova un suo stile personale solo dopo il rientro dall'Italia, meditando costruttivamente su quelle esperienze.
Nel trittico della Erezione della croce (1610-11, Anversa, Notre-Dame) il suo stile è audacissimo, dal dinamismo intenso, dalle potenti forme alla rapida e salda fattura; nella successiva Deposizione dalla croce (1611-14, Anversa, Notre-Dame) il parossismo dei movimenti si placa in una maggiore ricerca di classicità e di nobile grandiosità.
Il suo stile drammatico giunge alla piena fioritura con opere come il Grande giudizio universale (1515-16), la Battaglia delle amazzoni (1615-18), il Piccolo giudizio universale (1618-20) e la Caduta dei dannati (1621) conservate a Monaco nella Alte Pinakothek.
Dal 1620 in poi Rubens, coadiuvato dalla sua fiorente bottega, sarà impegnato in alcune grandi imprese decorative (che produrranno un'immensa produzione grafica, di rapida esecuzione e limpidezza estrema, e un gran numero di bozzetti eseguiti a olio) caratterizzate da un dinamismo travolgente, da una fattura pittorica rapida e da un intenso e vibrante cromatismo.
Dopo l'esecuzione delle 39 tele per il soffitto della chiesa dei gesuiti di Anversa (1620; distrutte da un incendio nel 1718), Rubens si dedicò alla realizzazione di quella che è forse la sua impresa più celebre, la decorazione della galleria del palazzo del Lussemburgo a Parigi con la Storia di Maria de' Medici (1521-25, Louvre; 22 tele, solo in parte autografe).
Non poté poi portare a termine la prevista galleria ispirata alla vita di Enrico IV di Francia (si conoscono solo 9 composizioni, tra cui il Trionfo di Enrico IV, 1628-29, Uffizi), ma eseguì invece i disegni per gli arazzi destinati al convento delle carmelitane scalze di Madrid raffiguranti il Trionfo dell'eucarestia (1625-28).
Questi anni sono anche caratterizzati da una straordinaria produzione di ritratti:
- Ritratto dell'infanta Isabella Clara Eugenia di Spagna in abiti da clarissa, 1625, Firenze, Galleria Palatina;
- Ritratto di Suzanne Fourment, 1625, Londra, National Gallery;
- Ritratto di Isabella Brant, 1625-26, Uffizi;
- Ritratto di Elisabetta di Borbone, 1628-29, Vienna Kunsthistorisches Museum.
Nel 1626 era intanto morta la moglie di Rubens e il pittore, disperato, accettò numerosi incarichi diplomatici che lo portarono in Francia, Spagna, Olanda e Inghilterra (1627-29). Tornato ad Anversa nel 1630 si risposò con Hélène Fourment che gli ispirerà dei bellissimi ritratti caratterizzati da una stesura del colore più calda e intrisa di luce:
- Ritratto di Hélène Fourment e i figli Clara Johanna e Frans, 1636-37, Louvre;
- Ritratto di Hélène Fourment, 1638, Vienna, Kunsthistoriches Museum; ecc.
I maggiori incarichi degli ultimi dieci anni di vita di Rubens furono la decorazione della Banqueting Hall di Whitehall a Londra (1629-34), i disegni e i modelli per gli arazzi con la Storia di Achille (1630-32), la direzione degli addobbi per l'entrata trionfale ad Anversa del cardinale Infante Ferdinando (1635) e le decorazioni per il padiglione di caccia della Torre de la Parada, vicino a Madrid, con episodî delle Metamorfosi di Ovidio (1637-38). | © Treccani