Agim Sulaj was born in Tirana, Albania.
Agim Sulaj won the 2010 edition of the "CartoonSEA" Italian national award for humor and satire, presided the jury in the 'CartoonSEA 2011' edition and won second prize in the international competition "Brothers of Italy".
His work has been called " a fine, surreal satirical illustration, metaphor for the state of the environment and the failure to protect it".
He completed his studies at the Fine Art Academy of Tirana in 1985.
As a painter, he started working in the political and satirical magazine “ Hosteni”, producing illustrations and caricatures.
At the same time, he was developing the skill of hyperrealistic painting.
Quando la pittura di un artista contemporaneo parla da sola ed ha alle spalle un percorso espositivo ultraventennale, che negli ultimi anni è giunto a Parigi, Roma, Montecarlo, Oxford e Londra, è peccato scriverne troppo: deve valere soprattutto l’invito ad andare a vederlo.
E’ il caso del maestro italo-albanese Agim Sulaj, che espone in personale fino al 16 maggio da Imago Art Gallery, in via Nassa 62 a Lugano (CH).
Sulaj è molto noto in Albania, dove è nato nel 1960, trascorrendo poi infanzia ed adolescenza nella città costiera di Valona.
Per gli studi alti è successivamente tornato nella sua città natale, diplomandosi nel 1985 all’Accademia delle Arti di Tirana.
Si occupa sostanzialmente da sempre di umorismo satirico, ma è sopratutto ed indubitabilmente un maestro dell’olio su tela, come dimostrano i suoi lavori esposti a Lugano.
A guardare le sue immagini, se uno non ha visto le tele, sembra di trovarsi di fronte a fotografie, ed infatti Sulaj è noto come pittore iperrealista.
Siccome però la definizione non ci bastava gli abbiamo scritto a Rimini, dove vive dal 1993 assieme alla sua famiglia, proponendo per la sua pittura la definizione di “realismo del gioco e del simbolo”.
Il gioco ed il simbolo sono infatti particolarmente evidenti in questa selezione di opere dedicate all’infanzia, ma anche al viaggio ed ai drammi dell’Adriatico.
A lui piace la definizione che abbiamo dato alla sua pittura anche se sottolinea che l’Iperrealismo dovrebbe essere proprio questo: non dunque una mera riproduzione della realtà, intesa come fotografia del reale, dell’istante, bensì nel caso di Sulaj una manipolazione ‘fiabesca’ del reale, fatta con la luce, con l’emotività delle situazioni e appunto, coi simboli.
A lui piace la definizione che abbiamo dato alla sua pittura anche se sottolinea che l’Iperrealismo dovrebbe essere proprio questo: non dunque una mera riproduzione della realtà, intesa come fotografia del reale, dell’istante, bensì nel caso di Sulaj una manipolazione ‘fiabesca’ del reale, fatta con la luce, con l’emotività delle situazioni e appunto, coi simboli.
E’ una pittura la sua dove l’espressività è dominata, essendo la figura completamente nitida, rigida ed inamovibile nel suo istante, da una sovrabbondanza di dimensioni, proprio perché l’elemento simbolico (il mare, la valigia, il ramo, la colonna) e l’elemento giocoso (la palla, le scarpe, l’uccellino, il cane, lo sguardo divertito) si intrecciano a formare una poetica molto particolare e sono così taglienti da entrare a far parte della geometria medesima dell’immagine.
Il realismo di Sulaj è così evidente da apparire concepito per uscire dalla materia: le tre dimensioni dello spazio euclideo gli servono solo per fare il vuoto nella mente dell’osservatore.
Sono un po’ come l’indispensabile ponteggio del quale l’edificio imbrigliato sembra non poter mai arrivare a liberarsi, fino a che non viene rimosso per lasciare spazio all’idea ed alla sua bellezza.