La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note e più scenografiche fontane di Roma, ed è considerata all'unanimità una delle più celebri fontane del mondo. La settecentesca fontana, progettata da Nicola Salvi e adagiata su un lato di Palazzo Poli, è un connubio di classicismo e barocco. Fu iniziata da Nicola Salvi, il quale vinse il concorso indetto da papa Clemente XII, nel 1732 e completata nel 1762 da Giuseppe Pannini.
La storia della fontana è strettamente collegata a quella della
costruzione dell'acquedotto Vergine, che risale ai tempi dell'imperatore
Augusto, quando il genero Agrippa fece arrivare l'acqua corrente fino
al Pantheon ed alle sue terme. Benché compromesso e assai ridotto nella
portata dall'assedio dei Goti di Vitige nel 537,
l'acquedotto dell'acqua Vergine rimase in uso per tutto il medioevo, con
restauri attestati già nell’VIII secolo, poi ancora dal Comune nel XII
secolo, in occasione dei quali si provvide anche ad allacciare il
condotto ad altre fonti più vicine alla città, poste in una località
allora chiamata "Trebium", che potrebbe essere all’origine del nome.
Il punto terminale dell'Aqua Virgo si trovava sul lato orientale del
Quirinale, nei pressi di un trivio. Al centro dell’incrocio venne
realizzata una fontana con tre bocche che riversavano acqua in tre
distinte vasche affiancate; risale al 1410 la prima documentazione
grafica della "Fontana del Treio" o "di Trevi", così
rappresentata. Poco tempo dopo, nel 1453, su incarico di Papa Niccolò V,
Leon Battista Alberti sostituì le tre vasche con un unico lungo bacino
rettangolare, appoggiandolo ad una parete bugnata e merlata e
restaurando i tre mascheroni da cui fuoriusciva l’acqua.