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Michelangelo | Bacchus, 1496-1497



Bacchus (1496-1497) is a marble sculpture by the Italian High Renaissance sculptor, painter, architect and poet Michelangelo. The statue is somewhat over life-size and depicts Bacchus, the Roman god of wine, in a reeling pose suggestive of drunkenness. Commissioned by Raffaele Riario, a high-ranking Cardinal and collector of antique sculpture, it was rejected by him and was bought instead by Jacopo Galli, Riario’s banker and a friend to Michelangelo. Along with the Pietà the Bacchus is one of only two surviving sculptures from the artist's first period in Rome.




Bacchus is depicted with rolling eyes, his staggering body almost teetering off the rocky outcrop on which he stands. Sitting behind him is a faun, who eats the bunch of grapes slipping out of Bacchus's left hand.
With its swollen breast and abdomen, the Bacchus figure suggested to Giorgio Vasari "both the slenderness of a young man and the fleshiness and roundness of a woman", and its androgynous quality has often been noted (although the testicles are swollen as well).
The inspiration for the work appears to be the description in Pliny the Elder's Natural History of a lost bronze sculpture by Praxiteles, depicting "Bacchus, Drunkenness and a satyr".
The sense of precariousness resulting from a high centre of gravity can be found in a number of later works by the artist, most notably the David and the figures on the Sistine Chapel ceiling.
Bacchus wears a wreath of ivy leaves, as that plant was sacred to the god. (They are not, as is often supposed, vine leaves). In his right hand he holds a goblet of wine and in his left the skin of a tiger, an animal associated with the god "for its love of the grape" (according to Michelangelo's biographer Ascanio Condivi).
The hand holding the goblet was broken off and the penis chiseled away before Maarten van Heemskerck saw the sculpture in the 1530s. Only the goblet was restored, in the early 1550s.
The mutilation may have been to give the sculpture an illusion of greater antiquity, placed as it initially was among an antique torso and fragmentary Roman reliefs in Jacopo Galli's Roman garden.
Such a concession to 'classical' sensibilities did not, however, convince Percy Bysshe Shelley of the work's fidelity to "the spirit and meaning of Bacchus".
He wrote that "It looks drunken, brutal, and narrow-minded, and has an expression of dissoluteness the most revolting".
The art historian Johannes Wilde summarised responses to the sculpture thus: "in brief... it is not the image of a god".
The statue was commissioned for the garden of Cardinal Raffaele Riario who intended for it to complement his collection of classical sculptures.
It was rejected by Cardinal Riario and by 1506 found its way to the collection of Jacopo Galli, banker to both the cardinal and Michelangelo, who had a similar garden near the Palazzo della Cancelleria.
There it first appeared in a drawing by Maarten van Heemskerck, c. 1533-36.
The statue was bought for the Medici and transferred to Florence in 1572. | Source: © Wikipedia







Il Bacco è una scultura marmorea -h. 174 cm, 203 con la base -di Michelangelo Buonarroti, databile al 1496-1497 e conservata nel Museo nazionale del Bargello a Firenze.
L'opera, una delle pochissime di Michelangelo a soggetto profano, venne commissionata dal cardinale Raffaele Riario durante il primo soggiorno romano di Michelangelo, verso il 1496. Il Riario era stato oggetto della truffa del Cupido dormiente, spacciato per un reperto archeologico di scavo e, dopo aver scoperto l'inganno, andò su tutte le furie ma mandò anche un suo agente, Jacopo Galli, a cercare a Firenze l'autore del pezzo così magnificamente contraffatto.
Riuscì a risalire a Michelangelo che, probabilmente ignaro della truffa, venne comunque invitato a Roma a conoscere il cardinale. Una volta giunto, ebbe modo di vedere la ricchissima raccolta di antichità del Riario e gli fu commissionata una statua "all'antica", un Bacco appunto.
L'artista si mise presto al lavoro, completando l'opera in appena un anno, dal luglio del 1496 allo stesso mese del 1497, e dimostrando una veloce assimilazione degli stilemi della statuaria classica, realizzando un'opera a tutto tondo di dimensioni leggermente superiori al naturale, fino ad allora estranee alla sua opera.
Non si sa per quale ragione l'opera venne poi rifiutata dal cardinale (forse non desiderava più opere moderne nelle sue collezioni, infatti si sbarazzò anche del Cupido), venendo invece acquistato da Jacopo Galli, che lo sistemò nel cortile della sua abitazione, presso San Lorenzo in Damaso.
I biografi antichi di Michelangelo, Condivi e Vasari, tacciono sul rifiuto del cardinale riferendo la commissione direttamente al Galli, ma in realtà la reale vicenda dell'opera è testimoniata in una lettera inviata da Michelangelo a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici.



Questo disegno del 1532-1535 di Maerten van Heemskerck mostra l'opera nel giardino mutila della mano destra, e così compare anche in una stampa di Cornelis Bos.

Nel 1571 o 1572 la statua venne acquistata da Francesco I de' Medici per 240 ducati, venendo trasportata a Firenze nel corso del XVII secolo. Venne destinata alle raccolte granducali (Uffizi), andando poi al Bargello col riordino delle collezioni di scultura verso il 1865.
  • Descrizione
La statua evoca il mito pagano di Bacco, qui rappresentato come un "giovane dio ebbro", che barcolla sostenendo una coppa mentre dietro di lui un piccolo satiro, seduto su un tronco, approfitta furbescamente della sua ebbrezza per assaggiare l'uva che tiene con la sinistra.
Il dettaglio del satiro, che ha una funzione statica e invita lo spettatore ad allargare la visione frontale verso il lato, venne ampiamente lodata da tutti gli scultori del tempo, poiché il giovane sembra davvero mangiare dell'uva con grande realismo.
Il Bacco è reso in maniera naturalistica, come un fanciullo che incede con incertezza per via dell'ebbrezza, con un modellato fluido che evidenzia gli attributi di un'acerba virilità sensuale, e con effetti illusivi e tattili nel marmo che rendono l'opera in grado di gareggiare con i modelli della scultura ellenistica.
La posa a contrapposto è vivace e sciolta, il volto espressivo, la sensualità evidente. Nel complesso non hanno equivalenti nell'arte del tempo.
Sul capo porta una ghirlanda di pampini (foglie di vite) e di grappoli d'uva.
Sempre con la mano sinistra regge una pelle di tigre o di leopardo, animali cari a Bacco, che indica la liberazione dell'anima dalla umana condizione terrena. | © Wikipedia